<p style="text-align: right;"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Senza movimento non c&rsquo;&egrave; vita.<br /> Anche il corpo immobile di un uomo, nel suo interno &egrave; in un movimento continuo,<br /> il sangue, le fibre nervose, i canali di energia.</span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;">&nbsp;</p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Conoscete il silenzio totale? Avete mai sentito il rumore del vostro corpo?<br /> Io l&rsquo;ho sentito nel Deserto di Durango, in Messico, un semi-deserto di cactus.<br /> La seconda notte che ero l&igrave; con altri artisti e avevo per&ograve; messo la mia piccola tenda lontana da loro, ho cominciato a sentire un suono che sembrava un motore&hellip; ho ascoltato sbalordita quel fenomeno, escludendo una per una tutte le possibili provenienze: in quel luogo niente vento, n&eacute; alberi, n&eacute; scorrere d&rsquo;acqua e tanto meno un generatore di corrente.<br /> L&rsquo;ho sentito ogni notte e ho avuto delle intuizioni, ma solo a Genova, parlando con un amico medico, ho capito: SENTIVO IL MOTORE DEL MIO CORPO.<br /> E cos&igrave; mi sono anche resa conto che la percezione assoluta del silenzio &egrave; impossibile.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Fatta questa premessa, tornando al movimento, nei primi anni &rsquo;70 avevo pensato a lungo al nostro difficile movimento nella citt&agrave;, tra passaggi obbligati e rumori assordanti&hellip; causa di stress e di malesseri&hellip;. e la differenza del movimento in campagna. Pensate oggi quanto questo fatto si sia aggravato&hellip;<br /> Dai miei rilievi, fatti nei due differenti spazi, avevo gi&agrave; notato quale disarmonia di movimento ci fosse in citt&agrave; e quale armonia si poteva ancora notare nel muoversi in campagna, anche se l&rsquo;uomo di citt&agrave; aveva gi&agrave; parzialmente dimenticato un corretto uso di quello spazio.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Vedevo uomini che si affollavano sui marciapiedi come sagome vuote, senza identit&agrave;, preoccupati solo di isolarsi in s&eacute; stessi per non vedere le fredde immagini delle strutture intorno a loro.</span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Cos&igrave; nel &rsquo;69 inizio i disegni degli uomini sagoma.</span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;"><img src="https://www.numerev.com/img/ck_393_13_image-20200206185347-1.png" /></span></span></span></p> <p style="text-align: center;"><em><span style="font-size:16px;"><span style="color:#000000;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">L&#39;uomo SAGOMA</span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Avevo fatto vari rilievi e confrontato le tracce dei disegni: la disarmonia dei movimenti denotava anche un grande spreco di energie.<br /> Avevo bisogno di un esempio positivo che potesse condurci ad una &ldquo;rieducazione&rdquo;: ho pensato di cominciare ad osservare il movimento degli animali che si potevano ancora muovere in uno spazio libero: per esempio gli uccelli.<br /> Quindi, pur continuando i miei rilievi disegnando le tracce umane, con molta timidezza ho iniziato a tentare di disegnare le traiettorie del volo.</span></span></span></p> <p><span style="color:#000000;"><strong><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">ERA NECESSARIO UN MODO NUOVO DI GUARDARE&nbsp;LA NATURA</span></span></strong></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">L&rsquo;ARTE E&rsquo; MESSAGGIO. L&rsquo;ARTE PUO&rsquo; ESPRIMERE UN&rsquo;IDEOLOGIA</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Il percorso&nbsp; della ricerca nell&rsquo;arte non &egrave; di scoprire il nuovo, l&rsquo;inconsueto, ma di rivelare quello che gi&agrave; esiste: di strappare le immagini alla loro invisibilit&agrave;.</span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Cos&igrave;, nei primi anni &rsquo;70, ho cercato di COSTRUIRE UN MESSAGGIO FORTE, ma dovevo prima verificare quale era la strada per ricongiungere l&rsquo;uomo con la natura.&nbsp;La mia ricerca quindi comincia paradossalmente da una forte sensazione di disarmonia: la difficolt&agrave; del nostro essere nel mondo.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Il movimento, cos&igrave; come il linguaggio, rivela i modi in cui &egrave; vissuto il rapporto con lo spazio.</span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Oggi l&rsquo;uomo urbano traccia itinerari&nbsp; frammentari e difficili.<br /> La citt&agrave;, nella sua struttura urbanistica, ha provocato danni nell&rsquo;uomo, sia nella sua sfera psicologica, sia in quella del movimento, determinando la perdita, per esempio, della &ldquo; coscienza di gruppo&rdquo; come capacit&agrave; di un moto armonico rispetto all&rsquo;altro.<br /> Gli animali hanno conservato questo.<br /> Non dimentichiamo che le piramidi, i templi greci, come altre strutture architettoniche di tipo religioso, costruite in varie parti del mondo, avevano una collocazione precisa rispetto all&rsquo;orientamento nord-sud /est-ovest. Le piramidi costruite vicino a Citt&agrave; del Messico erano addirittura orientate secondo la posizione degli astri: quindi secondo lo specchio celeste. Questa attenzione era ed &egrave; estremamente lontana dalla struttura urbanistica di molte delle&nbsp; nostre citt&agrave;.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">La mia ricerca&nbsp; &egrave; stata pi&ugrave; di un&rsquo;intuizione di un&rsquo;artista affascinata dal mondo della natura: prima che i meccanismi dell&rsquo;informazione lo facessero diventare un argomento di moda. Il mio &egrave; stato un precoce tentativo di ideologizzare la questione vitale&nbsp; di un rapporto armonico tra la specie uomo e il suo ambiente, in anticipo sulla crisi delle&nbsp; altre ideologie, non soltanto politiche.<br /> Ora, prima di parlare del mio lavoro, di pi&ugrave; di vent&rsquo;anni, sul movimento degli animali e degli uomini e denunciare nell&rsquo;oggi quel superficiale interesse di molti artisti e scienziati (non di tutti naturalmente !) per cui questi argomenti vengono spesso esposti e trattati con molta supponenza e, in qualche caso, ignoranza&hellip; vorrei dire che arrivare ad una necessaria conoscenza pi&ugrave; profonda della natura &egrave; difficile e richiede molti anni...</span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;"><strong><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">L&rsquo;INCOSCIENZA DELLA CREATIVIT&Agrave;</span></span></span></strong></p> <p style="text-align: justify;"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">La creativit&agrave; aiuta a osare, a credere che &egrave; possibile andare oltre.<br /> Cos&igrave; avevo scritto nei miei diari di quegli anni.<br /> Perch&eacute; la natura ci possa rivelare immagini di s&eacute; &egrave; necessario guardare senza preconcetti per cogliere le forme degli accadimenti naturali, nella loro apparenza, nell&#39;interezza come nella specificit&agrave;, ponendoci di fronte ad esse con uno sguardo attento ed una partecipazione totale.</span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;"><strong><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">LE TRACCE DELL&rsquo;UOMO (1973/93)</span></span></span></strong></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Sentivo che la vita dell&rsquo;uomo stava andando verso una trappola che sarebbe diventata devastante. Mi assillavano pensieri negativi, ma quello che pi&ugrave; mi faceva paura era l&rsquo;inconsapevolezza degli altri. Dovevo diventare come loro, e cio&egrave; una sagoma vuota per non soffrire, oppure cercare disperatamente una via che mi portasse a ritrovare una possibile ricongiunzione tra uomo e natura? Ma dove trovare il potere per fare questo contro un mondo che andava in tutt&rsquo;altra direzione?</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Nel </span></span></span></em><st1:metricconverter productid="1976 a" w:st="on"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">1976 a</span></span></span></em></st1:metricconverter><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;"> Seveso ci sar&agrave; il dramma della nube tossica.<br /> Questo sar&agrave; l&rsquo;inizio di una storia ormai inarrestabile.</span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Ma io, conoscevo veramente e profondamente che cos&rsquo;era la natura? Paragonare i movimenti dell&rsquo;uomo con quelli degli animali avrebbe potuto essere un primo passo. Disegnare dei tracciati, confrontarli e scoprire cos&igrave; disarmonie e armonie tra gli uni e gli altri.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;">&nbsp;</p> <p style="text-align: center;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;"><img src="https://www.numerev.com/img/ck_393_13_image-20200205145941-2.png" />&nbsp;&nbsp;&nbsp;<img src="https://www.numerev.com/img/ck_393_13_image-20200205150123-5.png" />&nbsp;&nbsp; <img src="https://www.numerev.com/img/ck_393_13_image-20200205150101-4.png" /></span></span></span><br /> <span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;"><em>Ritmi pedoni</em></span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><strong><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">TRACCE DIVERSE 1973/81</span></span></span></strong></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Per cercare di ridare vita all&rsquo;UOMO SAGOMA dovevo trovare degli esempi che potevano servire ad un insegnamento del muoversi armonico.<br /> E quindi, per cominciare, il volo. </span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Ho fatto delle osservazioni documentate confrontando i ritmi del battito alare con il ritmo del passo in differenti situazioni.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Il volo &egrave; il mondo parallelo e al tempo stesso coabitante con noi. &Egrave; il territorio aereo dove si muovono gli uccelli, in contrasto con i nostri luoghi angusti, gli spazi urbani da noi costruiti nel tempo, dove, con disagio, siamo costretti a muoverci.</span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Quindi dovevo guardare e disegnare: ERA riuscire ad essere nel volo.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><strong><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Metodo</span></span></span></strong></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Il problema di &quot;vedere&quot; e &quot;rappresentare&quot; questi itinerari di volo era tutt&#39;altro che facile da risolvere: sono arrivata a questa specie di &quot;scrittura automatica&quot; dopo varie sperimen&shy;tazioni ed errori.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">1. La trascrizione fatta &quot;a memoria&quot;, successivamente, perdeva completamente quei connotati di immediatezza, ve&shy;rit&agrave; e armonia che risultavano invece dai disegni fatti sul &quot;campo&quot;.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">2. Vari tentativi di riprendere il volo con una cinepresa per trascriverne il tracciato a tavolino hanno dato risultati molto scarsi. Qualche vantaggio poteva esserci nel rilievo di volo di un percorso di pochi metri, ma in uno spazio di osservazione pi&ugrave; ampio si perdevano completamente i rapporti proporzionali, le distanze dal terreno e la possibilit&agrave; di valutare con certezza certi elementi tridimensionali del movimento come la concavit&agrave; o la convessit&agrave; dell&#39;itinerario rispetto all&#39;osservatore.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Ma la via pi&ugrave; semplice era quella di approfondire le potenzialit&agrave; dei miei mezzi:<br /> mente-occhio-mano e poi anche: mano-occhio-mente. </span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">In pi&ugrave; avevo capito che era necessario usare una grande flessibilit&agrave;: nel periodo della trascrizione del movimento dei delfini, visto che madre e figlio si muovevano contemporaneamente con itinerari completamente diversi, senza riflettere troppo ho preso due matite con colori diversi ed ho usato la mano destra (pi&ugrave; agile) per seguire il piccolo e la sinistra per disegnare i tracciati della madre. Il risultato &egrave; stato eccellente.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Gli studi sui passi e sul volo, quindi, sono stati contemporanei.<br /> Mi mancava la conoscenza scien&shy;tifica, cos&igrave; ho cominciato a studiare scienze naturali e comportamentali. Poi, rapita dalla bellezza del volo degli uccelli, ornitologia. L&rsquo;impresa non era facile: universit&agrave;, biblioteche e centri specializzati erano diventati la mia seconda casa, gli esperti del settore vittime che tormentavo per imparare a distinguere un gabbiano maschio dalla femmina, il tipo di volo, l&rsquo;alimentazione, le migrazioni e i&nbsp; comportamenti di Poiane, Aquile e Falchi della Regina.<br /> Intanto sempre pi&ugrave; rilevavo la disarmonia del movimento dell&rsquo;uomo nella citt&agrave; e&nbsp; in campagna.<br /> Per&ograve; cercavo altre tracce, ossessivamente.<br /> Passeri e rondoni e gabbiani comuni, che volavano sopra la mia casa, e in campagna, fringuelli, ballerine, pigliamosche, scriccioli, cornacchie e i martin pescatori.<br /> Contemporaneamente studiavo e osavo sempre di pi&ugrave; con altre specie come il formiche, farfalle e pesci.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;"><img src="https://www.numerev.com/img/ck_393_13_image-20200205151034-1.png" /></span></span></span></p> <p style="text-align: center;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;"><img src="https://www.numerev.com/img/ck_393_13_image-20200205151100-2.png" />&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; <img src="https://www.numerev.com/img/ck_393_13_image-20200205151124-3.png" /></span></span></span><br /> <span style="font-size:16px;"><span style="color:#000000;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;"><em>Ritmi di uccelli</em></span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Alcuni ornitologi hanno creduto in me e mi hanno accompagnato durante le mie osservazioni/trascrizioni. La loro collaborazione &egrave; stata fondamentale. Cos&igrave; ho disegnato i voli di corteggiamento delle Poiane, delle Aquile Reali, dei Falchi di Palude, i voli acrobatici dei Falchi della Regina, i grandi voli dei Grifoni.<br /> Nel marzo 1989, ho presentato una grande mostra sul volo degli uccelli al Museo di Storia Naturale di Milano. L&rsquo;anno dopo ho pubblicato il mio primo libro sul volo.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">L&rsquo;arte pu&ograve; testimoniare, catturare l&rsquo;attenzione.<br /> Un vero lavoro creativo sulla natura richiede tempi di osservazione e di attesa lunghissimi. Solo cos&igrave; l&rsquo;essenza della natura si rivela poco a poco.</span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;"><strong><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">UNO SGUARDO ATTENTO (1989/1992)</span></span></span></strong></p> <p style="text-align: justify;"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Nell&rsquo;89 Giorgio Celli mi propose di disegnare il volo delle api.</span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Era una sfida, io ho sempre amato il rischio. Ci voleva coraggio per affrontare una prova come questa. Il&nbsp; volo degli uccelli mi regalava lo spazio e il tempo dello sguardo, per cogliere, capire, disegnare, ma come riconoscere il tracciato di un&rsquo;ape nella moltitudine?</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Tuttavia riuscii a disegnare pur nella difficolt&agrave; di selezionare il volo di un&rsquo;ape dall&rsquo;altra. Nell&rsquo;apparente muoversi&nbsp; senza senso delle api c&rsquo;era una perfetta logica.<br /> Guardare da vicino un alveare significava, prima di tutto, vincere la paura dell&rsquo;aggressione. Poi quell&rsquo;attivit&agrave; ti catturava, ti portava lontano, in un altro mondo: il mondo del&nbsp; pi&ugrave; piccolo di noi.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Osservai il mio primo disegno. Lo trovai strano, diverso da tutti i disegni sul volo degli uccelli. Ma quale uccello poteva permettersi delle virate cos&igrave; improvvise, delle sospensioni alternate a delle accelerazioni? In qualche punto la traccia era incerta, la mano, confusa da quei movimenti insoliti,&nbsp; stentava a seguire.<br /> Per&ograve; mi sembr&ograve; di aver trovato un modo, un sistema per procedere. Continuai con la seconda, la terza e la quarta ape. La mia mano cominci&ograve; a conoscere il gesto di quel volo e compiere tracce pi&ugrave; sicure.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;"><img src="https://www.numerev.com/img/ck_393_13_image-20200205151536-4.png" /><img src="https://www.numerev.com/img/ck_393_13_image-20200205151611-5.png" /><img src="https://www.numerev.com/img/ck_393_13_image-20200205151727-6.png" /></span></span></span></p> <p style="text-align: center;"><em><span style="font-size:16px;"><span style="color:#000000;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Ritmi delle api</span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Si &egrave; trattato comunque di un rapporto sofferto e assai combattuto, e soprattutto inscrivibile forse nella &ldquo;pratica&rdquo; scientifica e non di invenzione estetica. Ma ero io a volere questo.<br /> Ma non rinunciai ad una riflessione teorica e alla polemica contro l&rsquo;ecologismo di moda consumato attraverso i media e le riviste di natura in carta patinata, una tematica la cui popolarit&agrave; era direttamente proporzionale alle catastrofi verificate attraverso i ripetuti viaggi in Messico, Stati Uniti, Colombia, Sudafrica, India, Nepal, Yemen, Islanda e&nbsp; Canada (dove tornai numerose volte), per ritrovare i grandi spazi di natura.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Negli stessi anni (nel &rsquo;90, nel 93 e nel&rsquo;99) ho vissuto 3 esperienze di isolamento in natura con altri artisti.<br /> La prima nel nord del Qu&eacute;bec, in Canada, al limite della foresta Boreale. Quindici artisti di varia nazionalit&agrave; ed esperienza tra lago e foresta per due settimane in completo isolamento. Tende, il fuoco per farci da mangiare, le orme dell&rsquo;orso ogni mattina vicino alla tenda e poi, nella notte, il miracolo dell&rsquo;aurora boreale.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">La seconda in Norvegia nell&rsquo;agosto del&rsquo;93: sedici giorni nella valle glaciale di Maradalen a 2000 metri di altitudine. Era lavarsi nell&rsquo;acqua che proveniva dal ghiacciaio, dormire nella tenda dove il ghiaccio era presente, ma la meraviglia dei colori e delle luci continuava sbalordirti&hellip; con la grafite scrissi una lettera su un grande masso scuro&hellip; ora ci sar&agrave; solo la pietra<br /> Freddo e silenzio ci accompagnavano, ma le montagne intorno, coperte di neve, erano le nostre compagne.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Poi, tra il dicembre &lsquo;94 e il gennaio &rsquo;95, diciassette giorni di isolamento nel Durango, nel nord del Messico, con quindici artisti di diverse nazionalit&agrave; nel deserto di cactus (chiamato La Zona del Silenzio), dove ho capito che la percezione del silenzio &egrave; impossibile. Riparati, come le altre volte solo dalle tende e dal fatto di poter cucinare sul fuoco, avendo a disposizione, ogni giorno, l&rsquo;acqua per bere e per preparare il cibo, ma solo tre bicchieri d&rsquo;acqua per lavarsi. Un territorio circondato dalla Sierra con 50 kl. di diametro. Ma era un mondo pieno di sorprese: luci che si muovevano sulla Sierra, improvvisi vortici d&rsquo;aria che sollevavano anche le pietre..</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Esperienze forti, estreme, ma finalmente ero pronta: la lunga osservazione in natura mi aveva dato la possibilit&agrave; di capire e poter entrare con facilit&agrave; in quegli spazi cos&igrave; lontani dal quotidiano&hellip;..<br /> In quelle occasioni ho fatto delle performance che ho intitolato Sym-biosi.</span></span></span></em></p> <p style="text-align: center;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;"><img src="https://www.numerev.com/img/ck_393_13_image-20200205152100-7.png" /></span></span></span><br /> <span style="color:#000000;"><span style="font-size:16px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Performance Quebec</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><em><span style="font-size:18px;"><span style="color:#000000;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Ma al di l&agrave; delle soluzioni formali ho ben viva, sino ad oggi, una disposizione fortemente critica nei confronti dei meccanismi e dei prodotti della civilt&agrave; di massa; la diffidenza o comunque l&#39;indipendenza verso le strutture di mediazione della ricerca artistica (istituzioni pubbliche da un lato e mercato dall&#39;altro) e la ricerca di circuiti alternativi. Infine, sul piano pi&ugrave; specificamente estetico, l&#39;attenzione per gli aspetti del linguaggio e della comunicazione e quindi l&#39;uso intermediale di tutti gli strumenti della comunicazione visiva: scrittura, fotografia, rappresentazione. </span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Dagli anni &rsquo;80 la natura &egrave; entrata, quasi con prepotenza, nei soggetti scelti dagli artisti e ancora oggi l&rsquo;onda continua. Per&ograve; raramente ho la sensazione di vedere lavori che appartengono profondamente alla natura e che possono inviare dei messaggi all&rsquo;uomo.<br /> Sono spesso opere di superficie e senza approfondimenti e non provenienti da veri contatti.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">L&rsquo;equivoco sulla valenza estetica di un prodotto scientifico realizzato con la sensibilit&agrave; dell&rsquo;artista, che pur aleggia nelle letture critiche dei miei lavori, non mi coinvolge e quindi, a partire dagli anni &rsquo;80, inizio una ricerca rivolta all&rsquo;immaginario collettivo della natura, basandomi sul presupposto che l&rsquo;emozione &egrave; anch&rsquo;essa un modo, o quanto meno un preliminare, della conoscenza.<br /> Alla fine degli anni &rsquo;80 sento il bisogno di una forma di mimesi con la natura con componenti simboliche e surreali.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><strong><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">PROGETTI E SPERANZE E ILLUSIONI</span></span></span></strong></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">All&rsquo;inizio di questo lungo viaggio attraverso la NATURA speravo di trovare una strada per ridare dignit&agrave; e una vera vita alle persone. Ero giovane e mi illudevo di poter ricostruire il mondo. Studiavo con accanimento come comunicare agli altri che era possibile ritrovare le conoscenze perdute. Sono sempre stata attratta dalle impossibilit&agrave;, che poi si rivelavano via via solo apparenti. Gli ornitologi mi chiedevano come avevo potuto cogliere e disegnare quei veloci passaggi nel cielo. Dopo le incertezze iniziali, trovato il metodo, tutto mi era poi parso semplice: si trattava di essere totalmente concentrati anche nelle lunghe attese e poi allontanare ogni altro pensiero per farsi tutt&rsquo;uno con il volo.<br /> In queste condizioni la mia capacit&agrave; di percezione aumentava considerevolmente. Tutta la mia energia si concentrava in quell&rsquo;atto: riuscivo spesso a prevedere la direzione del movimento e cos&igrave; la matita correva facilmente sulla carta.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Ero io e il volo e forse volavo con loro.<br /> Andando avanti, capivo sempre pi&ugrave; che si possono superare limiti apparentemente impossibili. Il nostro bagaglio costituito dalla memoria arcaica doveva rivelarsi e mettersi in contatto con la parte pi&ugrave; giovane del nostro cervello.</span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;"><strong><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">ESEMPI DI ARGOMENTI DIMENTICATI</span></span></span></strong></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">L&rsquo;illusione di una informazione esaustiva e corrispondente a verit&agrave;, attraverso il sistema mediatico, ci fa credere che possiamo accedere&nbsp; ad ogni notizia che appartiene al mondo. Ma tutto questo &egrave; un falso: censure volute, superficialit&agrave;, omissioni permangono nonostante il mito di essere informati sul nostro presente e futuro.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Considero l&rsquo;incontro vero e tangibile l&rsquo;unico mezzo che ci pu&ograve; dare una visione reale di quello che accade nel mondo.</span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Ma questo &egrave; invece il grande inganno che continua. Oggi si parla molto dell&rsquo;ambiente e dei suoi problemi, si citano luoghi che hanno subito cambiamenti devastanti. Per anni, per esempio, si &egrave; parlato dei gravi effetti del disboscamento nella Foresta Amazzonica e incredibilmente, e direi volontariamente, si &egrave; taciuto, ancora oggi, di fronte ad altre devastazioni di territori apparentemente incontaminati, in cui avvengono continue distruzioni, del tutto insensate, senza alcuna previsione delle conseguenze e dei danni in futuro.</span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">La distruzione delle foreste canadesi<br /> Credo che pochi conoscano quanto sta avvenendo, da anni, in Canada, nel Qu&eacute;bec in particolare. Sono cose che ho visto con i miei occhi nel 2001 e su cui ho raccolto molte testimonianze anche durante i viaggi successivi.<br /> Il film L&rsquo;&eacute;rreur Bor&eacute;ale del 1999, con la regia e l&rsquo;autoproduzione di Richard Desjardins, documenta il disastro ambientale causato dal taglio degli alberi nei territori dell&rsquo;estremo nord, nel territorio dove Desjardins &egrave; nato, e nelle zone del Lac-Saint-Jean e del Bas-Saint-Laurent. </span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Un indiano, guardando il terreno sconvolto da questi fatti, aveva detto: &ldquo;Da secoli venivamo qui a cacciare, ora non c&rsquo;&egrave; pi&ugrave; nulla, solo distruzione. La foresta non torner&agrave; mai pi&ugrave; ad essere come prima&rdquo;. </span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Lo Stato canadese autorizza il taglio degli alberi alle imprese che vendono il legname agli Stati Uniti, chiedendo soltanto di reimpiantarli. Jodel, figlio dell&rsquo;amico Daniel, nell&rsquo;estate </span></span></span></em><st1:metricconverter productid="2001, ha" w:st="on"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">2001, ha</span></span></span></em></st1:metricconverter><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;"> lavorato per 85 giorni a piantare 3500 alberi al giorno, per un totale di circa 297.000. Il suo gruppo era formato da 30 ragazzi. Per dare un&rsquo;idea delle proporzioni, solo in quella zona si pu&ograve; presumere che abbiano piantato pi&ugrave; di 7 milioni di alberi: il pino douglas, che cresce velocemente. Anzi, per ottenere un &ldquo;buon risultato&rdquo; su un terreno ormai fortemente impoverito, la zona era precedentemente irrorata dagli aerei con dosi massicce di antiparassitari.<br /> Cos&igrave; oggi, il territorio considerato come il pi&ugrave; grande bacino d&rsquo;acqua dolce del mondo di ottima qualit&agrave;, &egrave; ormai contaminato.</span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;"><strong><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">OGGI</span></span></span></strong></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Abbiamo incoscientemente creato gravi danni e ora ne stiamo pagando le conseguenze. Quello che avevo intuito negli anni &lsquo;70 si &egrave; avverato. Il disastro di Seveso nel &rsquo;76 e altro, altro ancora&hellip; Cernobyl nell&rsquo;&rsquo;86&hellip; e altro..La creativit&agrave; potrebbe, in una societ&agrave; diversa, avere il potere di segnalare i danni, ma l&rsquo;arte &ndash; quella vera, non sottomessa al mercato &ndash; non ha nessun potere.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Ci sono molti interventi di artisti che cercano di avvicinarsi al mondo della natura, ma i risultati sono, quasi sempre, molto superficiali &hellip; e io so che, solo dopo pi&ugrave; di venti anni di osservazione e frequentazione, ho cominciato a comprendere pi&ugrave; profondamente il mondo inafferrabile della natura.</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Ho dedicato buona parte della mia vita a questo: i miei disegni sono ora un documento e la dimostrazione che questo &egrave; un modo per comprendere quel mondo che ci appartiene e che noi da molto tempo abbiamo cominciato a distruggere&hellip;</span></span></span></p> <p style="text-align: justify;"><em><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Lo scienziato chiede all&rsquo;indio: &ldquo;Ma se arrivi in un posto per te sconosciuto come fai per cominciare a capire ?&rdquo; &ldquo; Mi metto in ascolto a lungo fino a che i suoni e i fruscii diventano messaggi chiari.&rdquo;</span></span></span></em></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color:#000000;"><span style="font-size:18px;"><span style="font-family:Times New Roman,Times,serif;">Conoscere profondamente significa trasformare l&rsquo;attenzione in opera e quindi&nbsp; poter mandare messaggi forti. Gli uomini, oggi,&nbsp; hanno proprio bisogno di questo.<br /> A Genova, in una nota in calce ad una proposta musicale che faceva parte del Festival della Scienza di quest&rsquo;anno, &egrave; stato scritto: &ldquo;Il Festival della Scienza si apre con un inno alla Bellezza e allo sforzo della scienza di dare un senso al mondo naturale.&rdquo;<br /> Una frase che deve far riflettere.<br /> In realt&agrave; &egrave; la scienza che deve cercare di capire il mondo naturale che ha gi&agrave; il suo senso profondo e che ancora ci riserva molti misteri.<br /> Ma la scienza pu&ograve; e deve cercare di approfondire molte altre cose che ci riguardano da vicino. Per esempio come mai siamo ancora cos&igrave; lontani da una comprensione profonda del nostro cervello ?&nbsp;</span></span></span></p>