<p align="center" class="Standard" style="text-align:center; text-indent:0cm"><span style="font-size:12pt"><span style="line-height:150%"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph"><span style="font-size:16.0pt"><span style="line-height:150%"><span georgia="" style="font-family:">Myriam El Menyar</span></span></span></span></span></span></span></p> <p align="center" class="Standard" style="text-align:center; text-indent:0cm">&nbsp;</p> <p align="center" class="Standard" style="text-align:center; text-indent:14.15pt"><span style="font-size:12pt"><span style="line-height:150%"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph"><b><i><span style="font-size:16.0pt"><span style="line-height:150%"><span georgia="" style="font-family:"><span style="color:red">Identit&agrave; e cultura: Mohsen Melliti e Amara Lakhous</span></span></span></span></i></b></span></span></span></span></p> <p align="center" class="Standard" style="text-align:center; text-indent:14.15pt">&nbsp;</p> <p class="Standard" style="text-align:justify; text-indent:14.15pt"><span style="line-height:150%"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph"><span georgia="" style="font-family:">I</span></span></span></span>l periodo a cavallo fra il XX e il XXI secolo &egrave; caratterizzato da un fenomeno storico, sociale e antropologico dalle ripercussioni planetarie: migrazioni di popoli dalle regioni del Sud-Est del pianeta verso quelle del Nord-Ovest. Questo evento sta modificando in profondit&agrave; le societ&agrave; occidentali fra cui l&#39;Italia che in un arco di tempo molto breve &egrave; passata da paese di emigrazione a paese di immigrazione. Si tratta quindi di un avvenimento maggiore che porta con s&eacute; grandi trasformazioni, in particolar modo sui concetti di identit&agrave; e di <em>cultura</em>, ma che pone anche una domanda chiave, quella del <em>riuscire a vivere insieme</em>.<br /> Nel 2010 una giovane letteratura nata proprio nel fulcro di queste trasformazioni ha festeggiato ufficialmente vent&#39;anni di esistenza. Si tratta della letteratura italofona, ovvero della letteratura scritta in italiano da autori non-nati<font color="#000120"><sup>1</sup></font>. Il nostro studio si concentrer&agrave; sulle opere di due scrittori maghrebini che sono giunti in Italia quasi contemporaneamente ma che hanno cominciato a scrivere in italiano a quasi dieci anni di distanza: <em>Pantanella</em>. <em>Canto lungo la strada</em> (1992), e <em>I Bambini delle rose</em> (1995)<font color="#000120"><sup>2</sup></font> di Mohsen Melliti, <em>Scontro di civilt&agrave; per un ascensore a piazza Vittorio</em> (2006) e <em>Divorzio all&#39;islamica a viale Marconi</em> (2010)<font color="#000120"><sup>3 </sup></font>di Amara Lakhous. Dopo una breve presentazione letteraria delle loro opere, la nostra analisi ha come obiettivo in un primo tempo di illustrare come Mohsen Melliti e Amara Lakhous contribuiscano al rinnovamento dell&#39;immaginario italiano attraverso il ritratto di due personaggi, Ahmad in <em>Pantanella</em>. Canto lungo la strada e Ahmed/Amedeo in <em>Scontro di civilt&agrave; per un ascensore a piazza Vittorio</em>. In un secondo tempo cercheremo di evidenziare come Amara Lakhous fa evolvere il concetto di identit&agrave;. Infine tenteremo di mostrare che Mohsen Melliti contrappone all&#39;omologazione in corso una via che si nutre della diversit&agrave; invece di schiacciarla.<br /> Mohsen Melliti pubblica il suo primo romanzo agli inizi degli anni &#39;90, proprio quando le grandi case editrici cominciano a interessarsi alla letteratura migrante. Le sue opere riflettono questo periodo perch&eacute; sono attraversate dal bisogno di raccontare, di far conoscere la realt&agrave; sociale dei migranti il cui numero cominciava a diventare significativo in Italia. La singolarit&agrave; delle opere dello scrittore tunisino &egrave; che non si tratta di diari autobiografici, ma di veri e propri romanzi. Tuttavia, Melliti non esce completamente dalla dimensione della testimonianza, per le ragioni appena evocate, ma anche perch&eacute; il suo primo romanzo parte da un fatto realmente accaduto: l&#39;occupazione da parte di migliaia di immigrati della Pantanella, ex pastificio di Roma, e il suo successivo sgombero. In realt&agrave; le opere di Melliti appaiono come delle cronache romanzate nelle quali gli stranieri, che sono al centro della narrazione, sembrano colti nel loro quotidiano, come se all&#39;improvviso qualcuno li avesse messi sotto i proiettori. Le due opere si vogliono precise, ma anche molto violente. Infatti Melliti non risparmia nessun dettaglio della vita quotidiana degli immigrati ai quali d&agrave; voce, un quotidiano segnato dalla povert&agrave;, la miseria, le privazioni.<br /> &nbsp; &nbsp; &nbsp; Le opere di Amara Lakhous, pubblicate rispettivamente nel 2006 e nel 2010, si distaccano molto da questo contesto di tensione. Infatti i romanzi di Lakhous si allontanano dalla semplice testimonianza racchiudendo una vera e propria trama narrativa. Per&ograve; un elemento lega il corpus dei due autori: le storie narrate sono spesso tragiche, comprendono violenza, isolamento, depressione. Una differenza notevole va per&ograve; notata: al pathos e al pessimismo delle opere di Melliti, che avevano lo scopo di colpire il lettore, rispondono l&#39;umorismo, l&#39;ironia e anche la satira dei romanzi di Lakhous. Questa chiave di lettura del reale che ricorda la commedia all&#39;italiana, consente all&#39;autore non solo di mettere a nudo le contraddizioni e i paradossi della societ&agrave; italiana, ma anche di farlo con meno drammaticit&agrave; e maggiore leggerezza, segno evidente di una presa di distanza.<br /> &nbsp; &nbsp; I romanzi di Amara Lakhous sono delle opere corali nelle quali ogni personaggio si esprime alla prima persona. Da una parte questa focalizzazione interna incrementa fortemente lo spessore psicologico di ogni personaggio, dall&#39;altra offre una variabilit&agrave; di focalizzazione che consente allo scrittore di dare voce ad una grande quantit&agrave; di personaggi dalla dimensione psicologica unica, dai modi di essere e di pensare propri. Nora Moll, in &laquo;&nbsp;Portata civile e riflessione sull&#39;interculturalit&agrave; nell&#39;opera di due scrittori algerini in Italia: Amara Lakhous e Tahar Lamri &raquo;, spiega appunto che in Lakhous &laquo;&nbsp;<em>la migrazione [&hellip;] assume cadenze e contenuti diversi a seconda del personaggio che parla</em>.&nbsp;&raquo; <font color="#000120"><sup>4. </sup></font>Al contrario, Melliti ha privilegiato una focalizzazione esterna, con la scelta del narratore onnisciente. Ma questo narratore consente anche all&#39;autore di entrare nei pensieri dei personaggi e di analizzarne i sentimenti, garantendo la penetrazione del lettore nella sfera mentale del personaggio.<br /> &nbsp; &nbsp; L&#39;individuo &egrave; quindi riportato alla luce, esaltato, si distacca dalla massa e il lettore scopre le vicende pi&ugrave; disparate, vicende uniche. Lungi dall&rsquo;essere figure evanescenti o esotiche, i personaggi stranieri raffigurati da entrambi gli autori danno quindi prova di una complessit&agrave; identitaria e psicologica che partecipa attivamente al rinnovamento dell&#39;immaginario del lettorato italiano. Per illustrare questo nostro discorso ci concentreremo ora sul loro modo di affrontare la questione dell&#39;&nbsp;<em>entre deux</em>, ossia del come vivere scissi fra pi&ugrave; mondi, attraverso il ritratto di due personaggi, Ahmed/Amedeo in <em>Scontro di civilt&agrave; per un ascensore a piazza Vittorio</em> di Amara Lakhous, e Ahmad in &nbsp;<em>Pantanella</em>. Canto lungo la strada di Mohsen Melliti.<br /> &nbsp; &nbsp; Apparentemente ben inserito nella societ&agrave; italiana, Ahmed/Amedeo cela un lato oscuro, una frattura ontologica che affiora nel cuore della notte e che il protagonista esprime attraverso ci&ograve; che chiama &laquo;&nbsp;l&#39;ululato&nbsp;&raquo;. Questo termine che di solito viene usato per definire il verso dei lupi durante le notti di luna piena, diventa metaforicamente l&#39;espressione notturna delle sue sofferenze nascoste. Il doppio nome diventa allora il sintomo di un conflitto d&#39;identit&agrave;, di un io che prova difficolt&agrave; a vivere la frattura che il viaggio migratorio impone. Daniele Comberiati, in un articolo intitolato &laquo; La verit&agrave; &egrave; nel fondo di un pozzo. La costruzione dell&#39;inchiesta nei romanzi di Amara Lakhous &raquo; evoca &laquo;&nbsp;<em>la dicotomia soggiacente alla figura di Ahmed/Amedeo&nbsp;: il doppio nome sta ad indicare proprio il rapporto fra passato in Algeria e presente in Italia</em>.&nbsp;&raquo;<font color="#000120"><sup>5.</sup></font> Questa dislocazione interiore spinge Ahmed/Amedeo alla rimozione dolorosa del passato. Roberto Derobertis in &laquo;&nbsp;Storie fuori luogo. Migrazioni, traduzione e riscritture in <em>Scontro di civilt&agrave; per un ascensore a piazza Vittorio</em> &raquo;, nota infatti che il primo romanzo di Lakhous &laquo;&nbsp;<em>coglie Ahmed/Amedeo nel dissidio del nome che &egrave; un conflitto traduttivo con la memoria</em>.&nbsp;&raquo;<font color="#000120"><sup>6</sup></font>. La sua &egrave; una memoria bloccata che rifiuta di evocare il passato e che vorrebbe rimuovere la sua vita anteriore. Per&ograve; la memoria non si lascia rimuovere e come una ferita insanabile &egrave; rigurgitata attraverso gli ululati. Egli ulula in cerca di una qualche consolazione; &egrave; lui ad esprimersi:</p> <p class="Standard" style="text-align:justify; text-indent:14.15pt">&nbsp;</p> <blockquote> <p class="Citations" style="margin-right:95px; margin-left:95px; text-align:justify"><span style="font-size:11pt"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph"><span class="A3" style="color:black"><span pro="" style="font-family:"><span style="font-size:13.0pt"><span georgia="" style="font-family:">Il problema &egrave; che lo stomaco della mia memoria non ha digerito bene tutto quello che ho ingoiato prima di venire a Roma. La memoria &egrave; proprio come lo stomaco. Ogni tanto mi costringe al vomito. Io vomito i ricordi del sangue ininterrottamente. Soffro di un&#39;ulcera alla memoria<i>.&nbsp;</i></span></span></span></span></span></span></span></p> </blockquote> <p>&nbsp;</p> <p>Le ferite sanguinanti della memoria percorrono anche il primo romanzo di Mohsen Melliti, <em>Pantanella</em>. Canto lungo la strada. Ahmad soffre di <em>ghurba</em>, parola araba che indica i violenti attacchi di nostalgia. Esattamente come una malattia, la <em>ghurba</em> s&#39;impadronisce non solo della sua mente ma anche del suo corpo. Ahmad prova in effetti il bisogno di sdraiarsi e di rannicchiarsi come se fosse colpito da un malore: &laquo;&nbsp;<em>Torn&ograve; a sdraiarsi, si rannicchi&ograve; sul letto e fu travolto da un attacco di nostalgia, di ghurba, un senso di umiliazione e demoralizzazione</em>.&nbsp;&raquo;<sup><sub>8 </sub></sup>Maria Grazia Negro, in &laquo; La dialettica memoria-oblio negli scrittori migranti arabofoni &raquo; afferma inoltre che all&#39;interno di questo romanzo &laquo;&nbsp;<em>emerge esplicitamente il legame tra la memoria che ferisce e la nostalgia.</em>&nbsp;&raquo;<sup>9</sup>.<sup> </sup>Per&ograve; attraverso la focalizzazione esterna, Melliti getta luce non tanto su individui singoli come fa Lakhous, ma piuttosto su una comunit&agrave;. &Egrave; cos&igrave; che la <em>ghurba</em> sembra estendersi a tutti gli immigrati del romanzo. Per ci&ograve; che riguarda la presenza ricorrente della ghurba negli autori maghrebini, rimando al capitolo &laquo; Maghreb &raquo; di <em>Nuovo planetario geografico</em> di Armando Gnisci.<sup>10</sup><br /> &nbsp; &nbsp; Un rapporto particolarmente conflittuale con la propria identit&agrave; emerge da questi ritratti che contribuiscono attivamente al rinnovamento dell&#39;immaginario italiano. In realt&agrave; la loro identit&agrave; complessa riesce con difficolt&agrave; a muoversi fra un paese di origine ormai lontano e un paese di arrivo che non si lascia afferrare del tutto. &Eacute;douard Glissant, in <i>Introduction &agrave; une po&eacute;tique du divers</i><sup>11</sup>, ha sviluppato e teorizzato il concetto di &laquo; identit&agrave; rizoma &raquo;, ovvero di un&#39;identit&agrave; che non si ripiega su se stessa, ma si estende per entrare in contatto con la diversit&agrave;. I personaggi di Lakhous e Melliti sono ancora lontani da quest&#39;&nbsp; &laquo; identit&agrave;-relazione &raquo; che potrebbe considerare le differenze come una risorsa e non come un pericolo. Al contrario essi fanno venire alla luce le difficolt&agrave; che la scissione fra i due mondi comporta, una scissione vissuta con dolore che pu&ograve; condurre a un ripiegamento su se stessi e all&#39;isolamento.</p> <p class="Standard" style="text-align:justify; text-indent:14.15pt">&nbsp;</p> <p>Come abbiamo lasciato intravedere con il personaggio di Ahmed/Amedeo, una costante attraversa le opere di Amara Lakhous: i doppi nomi. Diversi personaggi hanno un nome doppio: Ahmed/Amedeo, ma anche Christian/Issa e Safia/Sofia, i due protagonisti del secondo romanzo dell&#39;autore italo-algerino. Questi nomi doppi mi permettono di affrontare la seconda parte del mio discorso: l&#39;evoluzione del concetto di identit&agrave;. Brigitte Le Gouez, in &laquo;&nbsp;Auteurs d&#39;Afrique et lettres italiennes&nbsp;: quelques r&eacute;flexions autour de la litt&eacute;rature de la migration en Italie&nbsp;&raquo;, afferma infatti che &laquo;&nbsp;<em>les auteurs immigr&eacute;s viennent rappeler [&hellip;] que l&#39;identit&eacute; a aussi une composante dynamique.</em>&nbsp;&raquo;<sup>12</sup>. Lasciamo da parte il personaggio di Safia/Sofia per concentrarci su Ahmed/Amedeo e Christian/Issa.<br /> &nbsp; &nbsp; Questi due personaggi si fanno passare per quel che non sono. Ahmed Salmi passa per un &laquo;italiano doc&raquo; mentre &egrave; nato in Algeria e Christian Mazzari per un &laquo;tunisino doc&raquo; mentre &egrave; nato in Sicilia. Siamo quindi in presenza di due personaggi che ingannano il mondo che li circonda. Questi ci permettono di analizzare i criteri sui quali ci si basa per affermare l&#39;identit&agrave; di una persona allo scopo di rimetterli in discussione e di invalidarli.<br /> &nbsp;&nbsp; Un primo elemento sembra racchiuso proprio nel nome. Infatti il nome permetterebbe di determinare subito l&#39;appartenenza o meno ad una comunit&agrave;. &Egrave; Safia/Sofia a parlare:</p> <p class="Standard" style="text-align:justify; text-indent:14.15pt">&nbsp;</p> <blockquote> <p class="Citations" style="margin-right:94px; margin-left:94px; text-align:justify"><span style="font-size:11pt"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph"><span class="A3" style="color:black"><span pro="" style="font-family:"><span style="font-size:13.0pt"><span georgia="" style="font-family:">La prima domanda che ti fanno sempre &egrave;: come ti chiami? Se hai un nome straniero si crea immediatamente una barriera, una frontiera insuperabile fra il &laquo;noi&raquo; e il &laquo;voi&raquo;. [&hellip;] Non conta se sei nato in Italia, hai la cittadinanza italiana, parli perfettamente l&#39;italiano. [&hellip;] Agli occhi degli altri non sei (e non sarai mai) un italiano doc, un italiano al cento per cento, un italianissimo. Diciamo che il nome &egrave; il primo marchio della nostra diversit&agrave;.<sup>13</sup></span></span></span></span></span></span></span></p> </blockquote> <p class="Standard" style="text-align:justify; text-indent:14.15pt">&nbsp;</p> <p>Christian Mazzari &egrave; stato assunto dai servizi segreti italiani per infiltrarsi nella comunit&agrave; araba di viale Marconi, allo scopo di snidare terroristi che starebbero preparando un attentato. La prima cosa che Christian cambia per entrare nella comunit&agrave; araba &egrave; appunto il nome: egli diventa Issa Kamli. Allo stesso modo, il nome di Amedeo consente ad Ahmed Salmi di non suscitare dubbi presso la sua cerchia di conoscenze: &laquo; <em>vi dico che Amedeo &egrave; italiano verac</em>e &raquo;<sup>14</sup>.<br /> Un secondo criterio sembra costituito dal fisico. Infatti ci&ograve; che consente a Christian Mazzari di passare per un tunisino &egrave; &laquo;&nbsp;<em>la sua fisionomia tipicamente mediterranea.</em>&nbsp;&raquo;<sup>15</sup>.<br /> &nbsp; &nbsp; Un altro elemento fondamentale &egrave; la conoscenza acuta della cultura dell&#39;altro: sia Ahmed Salmi che Christian Mazzari dimostrano una profonda padronanza del mondo nel quale si muovono, a volte maggiore rispetto a quella degli autoctoni. Questo &egrave; evidenziato dalle parole di un barista che si stupisce per la perfetta conoscenza delle strade e della storia di Roma da parte di Ahmed/Amedeo: &laquo;&nbsp;<em>Amedeo non ha rivali, conosce l&#39;origine dei nomi delle strade e i loro significati. Non ho mai visto in vita mia una persona come lui</em>.&nbsp;&raquo;<font color="#000032"><sup>16</sup></font>. Lo stesso vale per Christian/Issa che dichiara&nbsp;: &laquo;&nbsp;<em>Sono pi&ugrave; informato sulla Tunisia di tanti immigrati tunisini veri!</em>&nbsp;&raquo;<sup>17</sup>.<br /> La lingua sembra costituire l&#39;ultimo elemento decisivo&nbsp;: sia Ahmed/Amedeo che Christian/Issa parlano perfettamente la lingua della comunit&agrave; nella quale vivono, il primo dichiara addirittura: &laquo;&nbsp;<em>l&#39;italiano &egrave; il mio latte quotidiano</em>.&nbsp;&raquo;<sup>18</sup>.<br /> L&#39;autore ci presenta quindi due personaggi che passano per dei &laquo;veri&raquo; italiani o tunisini. Il lettore che conosce la loro vera provenienza &egrave; confrontato a una realt&agrave; rivoluzionaria: l&#39;identit&agrave; a radice unica sui quali si sono costruiti i grandi stati-nazione, identit&agrave; fondata sul trinomio &laquo;lingua-popolo-nazione&raquo;, non &egrave; pi&ugrave; in grado di cogliere la complessit&agrave; di un mondo ormai attraversato da una parte all&#39;altra dai flussi migratori. Questi due personaggi dimostrano che oggi parlare di identit&agrave; in questi termini non ha pi&ugrave; senso. I criteri vanno totalmente ridefiniti e soprattutto va rilevato che l&#39;italianit&agrave; non si trasmette, ma si acquisisce. Amara Lakhous ci propone quindi di adottare uno sguardo altro, di rovesciare la nostra prospettiva per riuscire finalmente a cogliere la complessit&agrave; di un&#39;identit&agrave; mobile e di una cultura mutevole. Un passaggio del primo romanzo di Lakhous &egrave; particolarmente evocatore. &Egrave; Ahmed/Amedeo a citare un brano del libro di Amin Maalouf, <em>Leone l&#39;Africano</em>:</p> <blockquote> <p>&nbsp;</p> <p><span style="color:#000000;">Vengo oggi chiamato l&#39;Africano, ma non sono africano, n&eacute; europeo, n&eacute; arabo... Sono figlio della strada, la mia patria &egrave; la carovana, la mia vita &egrave; la pi&ugrave; imprevedibile delle traversate. &Egrave; meraviglioso potersi liberare dalle catene dell&#39;identit&agrave; che ci portano alla rovina. Chi sono io&nbsp;? Chi sei&nbsp;? Chi sono&nbsp;? Sono domande inutili e stupide<font face="Times," new="" roman="" times=""><sup>19</sup></font>.</span></p> </blockquote> <p>&nbsp;</p> <p>Ma questo doppio nome esprime anche una sorta di omologazione, un annientamento delle differenze. &Egrave; Abdallah Ben Kadour, un personaggio del primo romanzo di Lakhous, ad evocare questa chiave di lettura: &laquo;&nbsp;<em>Molti italiani che conosco hanno provato a convincermi a cambiare nome e mi hanno proposto una serie di nomi italian</em>i.&nbsp;&raquo;<sup>20</sup>. L&#39;Italia raffigurata nei romanzi pare non avere ancora elaborato un modello di societ&agrave; interculturale che si nutrirebbe delle differenze fra i suoi abitanti.<br /> In contrapposizione a quest&#39;omologazione, Melliti delinea una via altra, diversa. I suoi romanzi sono infatti segnati da una costante: il superamento di ogni tipo di divario, che sia politico, sociale, ideologico, culturale o linguistico.<br /> &Egrave; cos&igrave; che una cinese e un rom, ne <em>I Bambini delle rose</em>, invece di lottare l&#39;uno contro l&#39;altro, riescono a superare le loro differenze e ad abbandonarsi ad un sentimento amoroso. Un passaggio &egrave; particolarmente illuminante. Si legge: &laquo;&nbsp;<em>Si siedono a terra e mangiano dallo stesso piatto, lei mangia con i bastoncini e lui con un cucchiaio. [&hellip;] Quegli occhi chiusi lui li vide in un&#39;altra maniera, piena di luce, aperti, si riflettono su di lui. Anche i suoi occhi si rispecchiano in quelli di lei</em>.&nbsp;&raquo;<font color="#000120"><sup>21</sup></font><font color="#000120">. </font>Questo momento intimo condiviso dai due bambini rivela uno scambio paritario, uno scambio interculturale nel quale ognuno conserva la propria specificit&agrave; senza rinchiudersi in se stesso, bens&igrave; cogliendo la ricchezza che l&#39;incontro con l&#39;altro produce.<br /> La stessa cosa accade nel primo romanzo di Melliti ambientato a Roma. L&#39;autore narra infatti la storia di questa &laquo;&nbsp;citt&agrave;&nbsp;&raquo;, scritta entro virgolette, come se costituisse uno spazio parallelo, racconta la vicenda di questi uomini che mai avrebbero dovuto incontrarsi e che offrono al lettore una grande lezione di interculturalit&agrave;. Infatti la societ&agrave; multietnica della Pantanella riesce ad attuare un dialogo transnazionale che diventa, spiega Binetti, non &laquo;&nbsp;<em>caos babelico e semplicista generalizzazione razzista, ma momento costituente di aggregazione e di comunicazione&nbsp;</em>&raquo;<font color="#000120"><sup>22</sup></font>. L&#39;autore descrive un&#39;umanit&agrave; che finisce col superare ogni tipo di divisione e che riesce a unirsi, a legarsi&nbsp;:</p> <blockquote> <p class="Standard" style="text-align:justify; text-indent:14.15pt">&nbsp;</p> <p class="Citations" style="margin-right:95px; margin-left:95px; text-align:justify"><span style="font-size:11pt"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph"><span class="A3" style="color:black"><span pro="" style="font-family:"><span style="font-size:13.0pt"><span georgia="" style="font-family:">Quel frammento di umanit&agrave; era felice, ed esprimeva i propri sentimenti attraverso i sorrisi tracciati sui volti illuminati dalla luna. [&hellip;] I colori e le nazionalit&agrave; si mischiavano dando vita a una sola umanit&agrave; e a un unico dolore. [&hellip;] Alle canzoni marocchine seguirono quelle algerine, tunisine, arabe, fino a quelle pakistane, indiane, africane e asiatiche. Era il mondo intero a cantare.<sup>23</sup></span></span></span></span></span></span></span></p> </blockquote> <p class="Standard" style="text-align:justify; text-indent:14.15pt">&nbsp;</p> <p class="Standard" style="text-align:justify; text-indent:14.15pt">Una sola umanit&agrave;, un solo popolo. Malgrado le differenze, gli occupanti della Pantanella sono consapevoli di una e di un&#39;unica cosa, il loro essere uomini. Dalla loro abitazione vetusta gli abitanti lanciano una sfida al mondo&nbsp;: costruire una nuova civilt&agrave;, una nuova storia, una storia nella quale, come scrive Raffaele Taddeo in La letteratura nascente : &laquo;&nbsp;<em>si parte dalla molteplicit&agrave; delle lingue per provare a costruirne una unica.</em>&nbsp;<span style="font-size:12pt"><span style="line-height:150%"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph"><span class="A3" style="color:black"><span pro="" style="font-family:"><span style="font-size:13.0pt"><span style="line-height:150%"><span georgia="" style="font-family:">&raquo;<sup>24</sup>.<br /> &nbsp;&nbsp; </span></span></span></span></span></span></span></span></span>Nella nostra ricerca abbiamo tentato di mostrare come Mohsen Melliti e Amara Lakhous, rimettendo in gioco la loro esistenza, cercano di fare evolvere queste problematiche spingendo il lettorato italiano a guardare il mondo attraverso la lente di un modello culturale nuovo che non cerca pi&ugrave; di imporre la sua verit&agrave; ma che interagisce nella pluralit&agrave; dei punti di vista. Il mondo va incontro alla <em>creolizzazione</em>: culture, lingue, popoli entrano in contatto in modo sempre pi&ugrave; intenso. Questo mondo crea per&ograve; paura, tensioni. Basti vedere per esempio la progressione di diversi nazionalismi in Europa che fanno riferimento a un ripiegamento identitario. In realt&agrave; i migranti, approdando sulle coste occidentali, ci lanciano una grande sfida, come ricorda molto bene Tzvetan Todorov in La paura dei barbari<font color="#000120"><sup>25</sup></font>: avviarsi non verso societ&agrave; <em>multiculturali</em>, improbabile giustapposizione di culture, ma verso societ&agrave; <em>interculturali</em> che riescano ad attuare un dialogo fra le diversit&agrave; che le compongono e a farle convivere in modo sereno. Perci&ograve; di fronte a queste nuove realt&agrave;, &egrave; cruciale e urgente riesaminare i nostri &nbsp;modi di pensare, di vedere, di confrontarsi con la realt&agrave; per, come ha scritto Glissant: &laquo;&nbsp;<em>faire admettre, inconsciemment, aux humanit&eacute;s que l&#39;autre n&#39;est pas l&#39;ennemi, que le diff&eacute;rent ne m&#39;&eacute;rode pas, que si je change &agrave; son contact, cela ne veut pas dire que je me dilue dans lui</em>.&nbsp;&raquo;<sup>26</sup>.</p> <p class="Standard" style="text-align:justify; text-indent:14.15pt">&nbsp;</p> <p align="right" class="Standard" style="text-align:right; text-indent:14.15pt">&nbsp;</p> <p class="Standard" style="text-align:justify; text-indent:14.15pt"><span style="font-size:12pt"><span style="line-height:150%"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph"><span class="A3" style="color:black"><span pro="" style="font-family:"><b><span style="font-size:13.0pt"><span style="line-height:150%"><span georgia="" style="font-family:">Riferimenti bibliografici</span></span></span></b></span></span></span></span></span></span></p> <p class="Standard" style="margin-left:19px; text-indent:0cm; text-align:justify">&nbsp;</p> <p>BINETTI, Vincenzo, &laquo;&nbsp;La citt&agrave; &laquo;nomadica&raquo;: esodo intrasocetario e deterritorializzazione urbana nei romanzi di Mohsen Melliti&nbsp;&raquo;, in Anna Frabetti, Walter Zidarič (a cura di), <em>L&#39;italiano, lingua di migrazione. Verso l&#39;affermazione di una cultura transnazionale agli inizi del XXI secolo</em>, Crini, Nantes, 2006, pp. 185-194.</p> <p>COMBERIATI, Daniele, &laquo;&nbsp;La verit&agrave; &egrave; nel fondo di un pozzo&nbsp;: la costruzione dell&#39;inchiesta nei romanzi di Amara Lakhous&nbsp;&raquo;, in Michelangela Monica Jansen, Yasmina Khamal (a cura di), <em>Memoria in Noir. Un&rsquo;indagine pluridisciplinare</em>, Peter Lang, Bruxelles, 2010, pp. 221-232.</p> <p>DEROBERTIS, Roberto, &laquo;&nbsp;Storie fuori luogo&nbsp;: migrazioni, traduzione e riscritture in <em>Scontro di civilt&agrave; per un ascensore a piazza Vittorio</em> di Amara Lakhous&nbsp;&raquo;, in <em>Studi d&rsquo;Italianistica nell&rsquo;Africa Australe</em>, vol. 21, n. 1&amp;2, A.P.I., 2008, pp. 215-241.</p> <p>GLISSANT, &Eacute;douard, <em>Introduction &agrave; une po&eacute;tique du divers</em>, Gallimard, Paris, 1996.</p> <p>GNISCI, Armando, <em>Creolizzare l&rsquo;Europa. Letteratura e migrazione</em>, Meltemi Editore, Roma, 2003.</p> <p>GNISCI, Armando,<em> Nuovo planetario italiano. Geografia e antologia della letteratura della migrazione in Italia e in Europa</em>, Citt&agrave; Aperta ed., Troina, 2006.</p> <p>LAKHOUS, Amara, <em>Divorzio all&#39;islamica a viale Marconi</em>, Edizioni e/o, Roma, 2010&nbsp;.</p> <p>LAKHOUS, Amara, <em>Scontro di civilt&agrave; per un ascensore a piazza Vittorio</em>, Edizioni e/o, Roma, 2006.</p> <p>MAKAPING, Genevi&egrave;ve, Traiettorie di sguardi. E se gli &laquo;altri&raquo; foste voi? Soveria&nbsp; Mannelli, Rubbettino, 2001.</p> <p>MAUCERI, Maria Cristina; NEGRO, Maria Grazia, <em>Nuovo immaginario italiano. Italiani e stranieri a confronto nella letteratura italiana contemporanea</em>, Sinnos, Roma, 2009.</p> <p>MELLITI, Mohsen, <em>I Bambini delle rose</em>, Edizioni Lavoro, Roma, 1995.</p> <p>MELLITI, Mohsen, <em>Pantanella. Canto lungo la strada</em>, Edizioni Lavoro, Roma, 1992&nbsp;.</p> <p>MOLL, Nora, &laquo;&nbsp;Portata civile e riflessione sull&#39;interculturalit&agrave; nell&#39;opera di due scrittori algerini in Italia: Amara Lakhous e Tahar Lamri&nbsp;&raquo;, in Felice Gambin (a cura di), <em>Alle radici dell&#39;Europa. Mori, giudei e zingari nei paesi del Mediterraneo occidentale</em>, Seid, Firenze, vol. 3, 2011, pp. 233-247.</p> <p>ROTOLO, Paola, &laquo;&nbsp;Leggere e scrivere fra le due sponde del Mediterraneo&nbsp;: su Scontro di civilt&agrave; per un ascensore a piazza Vittorio di Amara Lakhous&nbsp;&raquo;, in Bruno Brunetti, Roberto Derobertis (a cura di), <em>L&#39;invenzione del Sud. Migrazioni, condizioni postcoloniali, linguaggi letterari</em>, B. A. Graphis, Bari, 2009, pp. 173-191.</p> <p>TADDEO, Raffaele, <em>Letteratura nascente. Letteratura italiana della migrazione</em>.<em> Autori e poetiche</em>, Raccolto, Milano, 2006.</p> <p>TODOROV, Tzvetan, <em>La peur des barbares. Au del&agrave; du choc des civilisations,</em> Librairie G&eacute;n&eacute;rale Fran&ccedil;aise, Paris, 2011.</p> <p class="Standard" style="text-align:justify; text-indent:14.15pt">&nbsp;</p> <div> <hr align="left" size="1" width="33%" /> <div id="ftn1"> <p class="Footnote" style="text-align:justify; text-indent:-14.15pt; margin-left:19px">1. <span style="font-size:10pt"><span style="line-height:normal"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph">Per un ulteriore approfondimento sulla nascita e lo sviluppo di tale letteratura, rimandiamo al saggio di Armando Gnisci, <i>Creolizzare l&#39;Europa. </i><i><span f="" style="font-family:">Letteratura e migrazione, </span></i><span f="" style="font-family:">Meltemi Editore<i>, </i>Roma<i>, </i>2003.</span></span></span></span></span></p> </div> <div id="ftn2"> <p class="Footnote" style="text-align:justify; text-indent:-14.15pt; margin-left:19px">2. <font face="" new="" roman="" times=""><font size="2"><span style="line-height:normal"><span style="text-justify:inter-ideograph">Mohsen Melliti, <i>Pantanella. Canto lungo la strada, </i>Edizioni Lavoro, Roma, 1992; Idem, <i>I Bambini delle rose, </i>Edizioni Lavoro, Roma, 1995. Da ora in poi, tutte le citazioni tratte dal primo testo saranno indicate dalla sigla <i>PC</i>&nbsp; seguita dal numero di pagina e quelle tratte dal secondo testo dalla sigla <i>BR </i>seguita ugualmente dal numero di pagina.</span></span></font></font></p> </div> <div id="ftn3"> <p class="Footnote" style="text-align:justify; text-indent:-14.15pt; margin-left:19px">3. <span style="font-size:10pt"><span style="line-height:normal"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph">Amara Lakhous, <i>Scontro di civilt&agrave; per un ascensore a piazza Vittorio, </i>Edizioni e/o, Roma, 2006; Idem, <i>Divorzio all&#39;islamica a viale Marconi, </i>Edizioni e/o, 2010. Da ora in poi, tutte le citazioni tratte dal primo testo saranno indicate dalla sigla <i>SV</i> seguita dal numero di pagina e quelle tratte dal secondo testo dalla sigla <i>DM </i>seguita ugualmente dal numero di pagina.</span></span></span></span></p> </div> <div id="ftn4"> <p align="left" class="Footnote" style="text-align:left; text-indent:-14.15pt; margin-left:19px">4.<span style="font-size:10pt"><span style="line-height:normal"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph"> Nora Moll, &laquo;&nbsp;Portata civile e riflessione sull&#39;interculturalit&agrave; nell&#39;opera di due scrittori algerini in Italia: Amara Lakhous e Tahar Lamri&nbsp;&raquo;, in Felice Gambin (a cura di), <i>Alle radici dell&#39;Europa. Mori, giudei e zingari nei paesi del Mediterraneo occidentale, </i>Seid, Firenze, vol. 3, 2011, p. 240.</span></span></span></span></p> </div> <div id="ftn5"> <p class="Footnote" style="text-align:justify; text-indent:-14.15pt; margin-left:19px">5. <span style="font-size:10pt"><span style="line-height:normal"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph">Daniele Comberiati, &laquo;&nbsp;La verit&agrave; &egrave; nel fondo di un pozzo. La costruzione dell&#39;inchiesta nei romanzi di Amara Lakhous&nbsp;&raquo;, in <span style="color:black">Michelangela Monica Jansen, Yasmina Khamal (a cura di), <i>Memoria in Noir. Un&rsquo;indagine pluridisciplinare,</i> Peter Lang, Bruxelles, 2010</span><i>, </i>p. 225.</span></span></span></span></p> </div> <div id="ftn6"> <p class="Footnote" style="text-align:justify; text-indent:-14.15pt; margin-left:19px">6. <span style="font-size:10pt"><span style="line-height:normal"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph">Roberto Derobertis, &laquo;&nbsp;Storie fuori luogo. Migrazioni, traduzioni e riscritture, in <i>Scontro di civilt&agrave; per un ascensore a piazza Vittorio&nbsp;</i>&raquo;<i>, </i>in<i> Studi d&rsquo;Italianistica nell&rsquo;Africa Australe</i>, vol. 21, n. 1&amp;2, A.P.I., 2008<i>, </i>p. 225.</span></span></span></span></p> </div> <div id="ftn7"> <p class="Footnote" style="text-align:justify; text-indent:-14.15pt; margin-left:19px">7. <span style="font-size:10pt"><span style="line-height:normal"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph"><i>SV, </i>p. 107.</span></span></span></span></p> </div> <div id="ftn8"> <p class="Footnote" style="text-align:justify; text-indent:-14.15pt; margin-left:19px">8. <span style="font-size:10pt"><span style="line-height:normal"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph"><i>PC, </i>p. 18.</span></span></span></span></p> </div> <div id="ftn9"> <p class="Footnote" style="text-align:justify; text-indent:-14.15pt; margin-left:19px">9. <span style="font-size:10pt"><span style="line-height:normal"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph"><a href="http://www.disp.let.uniroma1.it/kuma/critica/kuma13negro3.html">http://www.disp.let.uniroma1.it/kuma/critica/kuma13negro3.html</a>, sito consultato in data 23/05/2013.</span></span></span></span></p> </div> <div id="ftn10"> <p class="Footnote" style="text-align:justify; text-indent:-14.15pt; margin-left:19px">10. <span style="font-size:10pt"><span style="line-height:normal"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph">Amara Lakhous, &laquo;&nbsp;Maghreb&nbsp;&raquo;, in Armando Gnisci (a cura di), <i>Nuovo planetario italiano. Geografia e antologia della letteratura della migrazione in Italia e in Europa</i>, Citt&agrave; aperta Edizioni, Troina, 2006<i>, </i>pp. 155-187.</span></span></span></span></p> </div> <div id="ftn11"> <p class="Footnote" style="text-align:justify; text-indent:-14.15pt; margin-left:19px">11. <font face="" new="" roman="" times=""><font size="2"><span style="line-height:normal"><span style="text-justify:inter-ideograph">&Eacute;douard Glissant, <i>Introduction &agrave; une po&eacute;tique du divers, </i>Gallimard<i>, </i>Paris, 1996.</span></span></font></font></p> </div> <div id="ftn12"> <p class="MsoFootnoteText">12. <span style="font-size:10pt"><span new="" roman="" style="font-family:" times="">Brigitte Le Gouez, &laquo;&nbsp;Auteurs d&#39;Afrique et lettres italiennes&nbsp;: quelques r&eacute;flexions autour de la litt&eacute;rature de la migration en Italie&nbsp;&raquo;, in <span f="" lang="FR" style="font-family:">Isabelle Felici (a cura di)<i>, Regards culturels sur les ph&eacute;nom&egrave;nes migratoires, </i>La Garde, Universit&eacute; du Sud Toulon-Var, 2005</span>, p. 249 (&laquo;&nbsp;gli autori migranti ricordano che ci possono essere pi&ugrave; vite in una, pi&ugrave; uomini in uno, e che l&#39;identit&agrave; ha anche una componente dinamica.&nbsp;&raquo;), N.T.</span></span></p> </div> <div id="ftn13"> <p class="Footnote" style="text-indent:0cm; text-align:justify">13.<font face="" new="" roman="" times=""><font size="2"><span style="line-height:normal"><span style="text-justify:inter-ideograph"><i> DM, </i>pp. 22-23.</span></span></font></font></p> </div> <div id="ftn14"> <p class="Footnote" style="text-align:justify; text-indent:-14.15pt; margin-left:19px">14. <span style="font-size:10pt"><span style="line-height:normal"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph"><i>SV, </i>p. 38.</span></span></span></span></p> </div> <div id="ftn15"> <p class="Footnote" style="text-indent:0cm; text-align:justify">15.<font face="" new="" roman="" times=""><font size="2"><span style="line-height:normal"><span style="text-justify:inter-ideograph"><i> DM, </i>p. 17.</span></span></font></font></p> </div> <div id="ftn16"> <p class="Footnote" style="text-indent:0cm; text-align:justify">16. <span style="font-size:10pt"><span style="line-height:normal"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph"><i>SV, </i>p. 94</span></span></span></span></p> </div> <div id="ftn17"> <p class="Footnote" style="text-indent:0cm; text-align:justify">17. <span style="font-size:10pt"><span style="line-height:normal"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph"><i>DM, </i>p. 49.</span></span></span></span></p> </div> <div id="ftn18"> <p class="Footnote" style="text-align:justify; text-indent:-14.15pt; margin-left:19px">18. <span style="font-size:10pt"><span style="line-height:normal"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph"><i>SV,</i> p. 107.</span></span></span></span></p> </div> <div id="ftn19"> <p class="Footnote" style="text-align:justify; text-indent:-14.15pt; margin-left:19px">19. <span style="font-size:10pt"><span style="line-height:normal"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph">Ivi,<i> </i>p. 108.</span></span></span></span></p> </div> <div id="ftn20"> <p class="Footnote" style="text-align:justify; text-indent:-14.15pt; margin-left:19px">20. <span style="font-size:10pt"><span style="line-height:normal"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph">Ivi<i>, </i>p. 111.</span></span></span></span></p> </div> <div id="ftn21"> <p class="Footnote" style="text-align:justify; text-indent:-14.15pt; margin-left:19px">21. <span style="font-size:10pt"><span style="line-height:normal"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph"><i>BR, </i>p. 74.</span></span></span></span></p> </div> <div id="ftn22"> <p class="Footnote" style="text-align:justify; text-indent:-14.15pt; margin-left:19px">22. <span style="font-size:10pt"><span style="line-height:normal"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph">Vincenzo Binetti, &laquo;&nbsp;La citt&agrave; &quot;nomadica&quot;. Esodo <i>intrasocietario </i>e deterritorializzazione urbana nei romanzi di Mohsen Melliti&nbsp;&raquo;, in Anna Frabetti, Walter Zidarič (a cura di), <i>L&#39;italiano lingua di migrazione. Verso l&#39;affermazione di una cultura transnazionale agli inizi del XXI secolo, </i>CRINI, Nantes, 2006, p. 185.</span></span></span></span></p> </div> <div id="ftn23"> <p class="Footnote" style="text-align:justify; text-indent:-14.15pt; margin-left:19px">23.<font face="" new="" roman="" times=""><font color="#000120" size="2"><u> </u></font></font><font face="" new="" roman="" times=""><font size="2"><span style="line-height:normal"><span style="text-justify:inter-ideograph"><i>PC, </i>pp. 13-14.</span></span></font></font></p> </div> <div id="ftn24"> <p class="Footnote" style="text-align:justify; text-indent:-14.15pt; margin-left:19px">24. <span style="font-size:10pt"><span style="line-height:normal"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph">Raffaele Taddeo, <i>La letteratura nascente, Letteratura italiana della migrazione. Autori e poetiche, </i>RaccoltoEdizioni, Milano, 2006<i>, </i>p. 106.</span></span></span></span></p> </div> <div id="ftn25"> <p class="Footnote" style="text-align:justify; text-indent:-14.15pt; margin-left:19px">25. <span style="font-size:10pt"><span style="line-height:normal"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph">Tzvetan Todorov, <i>La paura dei barbari. Oltre lo scontro delle civilt&agrave;</i>,&nbsp; trad. it. di Emanuele Lana, Garzanti, Milano, 2009 (Tzvetan Todorov, <i>La peur des barbares, </i><span f="" style="font-family:">Librairie g&eacute;n&eacute;rale fran&ccedil;aise, Paris, 2009).</span></span></span></span></span></p> </div> <div id="ftn26"> <p class="Footnote" style="text-align:justify; text-indent:-14.15pt; margin-left:19px">26. <span style="font-size:10pt"><span style="line-height:normal"><span new="" roman="" style="font-family:" times=""><span style="text-justify:inter-ideograph">&Eacute;douard Glissant, <i>Introduction &agrave; une po&eacute;tique du divers, op. cit.</i>,<i> </i>p. 56 (&laquo;&nbsp;fare ammettere, inconsciamente, alle umanit&agrave; che l&#39;altro non &egrave; il nemico, che il differente non mi erode, che se cambio al suo contatto, non vuol dire che mi diluisco in lui.&nbsp;&raquo;), N.T.</span></span></span></span></p> </div> </div>